VÔS DI POPUL, VÔS DI DIU
stories liendes dispiets a d'Incjaroi

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Gianni Oberto, di Paularo, ha scritto questo bel libro di memorie e ricordi nel 2005, e da allora questo lavoro è diventato lo specchio delle microstorie della Val d'Incarojo.

Il contenuto di questo libro è vario e variamente presentato: personaggi tipici si alternano a fatti e fatterelli, spizzichi di storia passata si intrecciano con scampoli di cronaca recente, storielle e leggende minime si inseguono in un turbinio di lampeggianti e stupefacenti siparietti. E questo è il primo aspetto di questo bel libro che dà buonumore e serenità, stimola leggero senza stordire.

Anche chi non conosce le vicende dell'Incarojo gusterà pienamente queste vivacissime pagine che conservano un pregio unico e, per chi non è di Paularo, originale: la lingua utilizzata, che è il carnico in vernacolo paularin. E questo è il secondo elemento portante di quest'opera.
Potrà sembrare strano, ma la parlata paularina si avverte immediatamente non solo per il diffuso rotacismo presente nella stragrande maggioranza dei suoi abitanti (la "r" che gratta) ma soprattutto per i numerosissimi lemmi o espressioni tipiche della parlata dell'Incarojo.
Questo libro dunque è anche un grande saggio di glottologia friulana che qui offre una quantità estesa di esempi:
- le finali in consonante preceduti da una vocale lunga, vengono a Paularo private della consonante finale: es. Paulâr viene scritto e pronunciato Paulâ; lât diventa; stât diventa stâ...
- Una quantità di parole particolari costituiscono un glossario finale in cui sono radunate appunto tutte la parole paularine, sconosciute ai carnici e friulani in genere, comparate alle rispettive parole comuni (purcel per purcit, pup per frut, plancjes per salâr, imbû per avût, dasdeseres per di sere, preseon per prucission, sunitâ per solenitât, unbôri per unevôre, vidriûl per cûl...).

Vi è infine il terzo elemento: una splendida iconografia, tutta in b/n, che viene a caratterizzare ulteriormente queste pagine e dà loro il sapore del passato, rinforzando e quasi antichizzando un racconto che si sviluppa nei meandri della memoria dell'autore ed emerge in superficie incrociando gli occhi del lettore, che si diverte non solo per i racconti che si materializzano nella sua mente ma anche per la infinità di parole "strane e nuove" che incontra e che spesso possono muovere un meravigliato riso...

Insomma un gran bel libro che mette allegria, insegna un pò di storia, ravviva le tradizioni, riaccende il gusto per le cose semplici e genuine; in una parola: mette in pace con sè stessi...

Non è indicato il prezzo; il libro si può trovare nelle librerie tolmezzine o può essere richesto all'autore che abita a Tolmezzo.

Gianni Oberto ha scritto anche: Ricuarz di une volte (1987), Liendes di paîs contades in poesie (1991), Croci e crocifissi campestri della Carnia (1994), Rastrellamento a Paularo nel 1944 (1994), Arrotini e coltellinai di Paularo nel mondo (1999), Gavette e ricordi (2008).

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